Lorenzo Chiuchiù è un poeta dal grandissimo trasporto emotivo. Nella costruzione del verso esprime una febbrile e incendiaria estasi che coinvolge tutto in un assoluto che canta tutta la meraviglia della vita.
Iride Incendio (edizioni La Vita Felice, pp. 74, euro 8) è il suo libro d'esordio in cui è difficile non trovare il respiro di una grande passione per la parola incendiaria che diventa poesia.
Ha ragione Milo De Angelis, nella prefazione, a parlare del "primo libro di un poeta che conosce profondamente il senso del vortice, dell'emorragia, dell'eterno movimento, e lo conduce attraverso una parola visionaria, scagliata fuori di sé, nella febbre di chi ha covato lungo ogni verso".
La scrittura di Chiuchiù è splendidamente baciata dagli avvertimenti silenziosi di un cuore che brucia le parole per consumare nella poesia le libertà di passioni carnivore: "La poesia / una porta che si apre- / una luce che gela la grafia- ma io sogno come il cielo. / Io sono immobile come il fuoco / né disprezzo né amore/dal divieto tra trasgredito affiorano i miei occhi".
Il poeta si apre alla sincerità del verso con la schiettezza di una parola che si alimenta in una vertigine incendiaria: carne che si plasma nel sangue delle cose.
La poesia di Chiuchiù esplode e non lascia tregua nelle passioni del lettore. La materia delle sue parole incendia l'anima in un'alta tensione di sensazioni pronte a diventare emozioni che non tradiscono mai il dettato sensuale di quel sentimento incendiario che attraversa il libro fino alla commozione più profonda.
Da questi incendi appiccati con il fuoco del cuore, il poeta parla alla vita generando intrecci febbrili di allucinazioni visionarie: "Ma raggi fermi, allucinati:/uno porta il mio nome / smembra l'istante che tace; / altri sono consolazioni / violente e impudiche,destinate alla consolazione/e al plauso della brace".
E' un libro splendido incendiario non solo nel titolo. È davvero incendiaria la passione per la poesia di Lorenzo Chiuchiù. Questo non è poco, anzi rappresenta un'eccezione geniale.
L'autore è un autentico poeta che trasporta chi lo legge, che scrive versi unici perché la sua riflessione sa accendere il fuoco sacro della poesia. Materia ardente che scatena battiti del cuore e grandi amori che raccontano come è possibile vivere in un pericoloso impero di presagi e maledizioni. "Oggi c'è il fuoco a consacrare /inasprire e vanificare. / E nessuno è di cenere / nessuno deve spiegazioni al vento".
Finalmente è nato un poeta che ha il coraggio di misurare il suo amore per la vita con le incandescenze del cuore, che trascina il pensiero nelle zone remote degli abissi magnetici di una follia visionaria.
Lorenzo Chiuchiù è un poeta che beve vertigini e scrive "di primavere su rose metafisiche" e ci racconta che dall'inizio alla fine saremo sempre fatti di parole e di cuore.
Intinge la penna nella grafia dell'assoluto per ricordarci che senza l'incendio delle passioni l'incedere degli innamorati si riduce in polvere.
La parola del poeta prende fuoco e accende passioni che nessuna ragione sarà mai capace di esternare. Finalmente incontriamo un autore incendiario che non si nasconde, anzi al contrario ha il coraggio di osare portando la parola al limite estremo del suo significato, dove "la scommessa / è su carambole di baro…".

Nicola Vacca